Chiesa – Cattedrale

San Lorenzo, la chiesa del popolo luganese

San Lorenzo è la chiesa principale di tutta la Diocesi, mater et caput ecclesiarum del Ticino, e ciò non solo perché insignita del rango di Cattedrale. Il tempio dedicato al diacono martire di Roma è infatti una sentinella che veglia, da almeno 1200 anni, sulla collina che sovrasta il Ceresio e la piana del Cassarate, ricordando l’antichità della presenza cristiana in queste plaghe. L’architettura e la storia, nella mutevolezza delle mode e delle espressioni artistiche, hanno lasciato impronte incancellabili, che potremo riscoprire nei prossimi mesi, in occasione della riapertura della Cattedrale. Gli storici dell’arte, gli architetti, gli ammiratori del passato potranno parlare a lungo delle loro materie. Invece, per una volta, l’oggetto di questo breve scritto sarà diverso. In San Lorenzo infatti si sono svolti innumerevoli piccoli e grandi avvenimenti, da battaglie e momenti di trionfo, alle riunioni svolte nella sacrestia storica fino al Sette-Ottocento, fino alle incalcolabili messe celebrate agli altari, le confessioni, i matrimoni, i funerali (e le sepolture ivi eseguite fino agli inizi degli anni 1830), l’attività delle confraternite (quella del SS. Sacramento, ma anche altre pie unioni). E poi, già ben prima del 1888 (anno in cui S. Lorenzo divenne ufficialmente Cattedrale), le numerose celebrazioni diocesane. Questo vale a ricordare che quando si parla di questo grande monumento d’arte e di fede, occorre ricordare anche la vita nata attorno a San Lorenzo, del popolo di fedeli e sacerdoti e vescovi, che hanno scelto, magari anche per una sola volta nella vita, di passare, sostare, pregare, metter mano a questo luogo eccezionale.

Non crediamo quindi inutile ricordare alcuni episodi della storia di questa chiesa, e lo facciamo con una rapida cronologia.

IX secolo: la prima traccia scritta dell’esistenza della chiesa plebana di S. Lorenzo risale all’anno 818 e al 875. Essa era la matrice battesimale della Pieve, tanto che fino al 1686 i comuni di questa circoscrizione erano chiamati a sostenere anche finanziariamente questa chiesa.

1078: per la prima volta è attestato il capitolo della collegiata, capeggiato da un arciprete, con una canonica e diversi sacerdoti.

1255: dato che ai canonici era richiesta la cura delle anime di tutta la pieve (che comprendeva la Valcolla, poi la regione di Comano e Lamone, giù giù fino a Morcote), per decisione pontificia il numero di canonici impiegati aumentò a cinque. Accanto a questi c’erano anche diversi canonici non obbligati alla residenza. Nel 1724 si rinnovò il diritto ai canonici di poter utilizzare il rocchetto e la cappa.

1417: Sonvico fu la prima parrocchia che si distaccò dalla Pieve, diventando parrocchia autonoma. Nei secoli successivi altre località (dapprima quelle più lontane, o importanti) ruppero i legami con i canonici e S. Lorenzo, fino all’ultima scissione, quella di Massagno (1927).

1420: malgrado le lotte fra fazioni, San Lorenzo continuò ad essere officiata. Nel 1400 venne inaugurato un nuovo fonte battesimale (poi sostituito negli ultimi anni del Cinquecento da uno in marmo di Arzo). Nel 1420 venne costruito anche un bel portale, oggi ancora murato nel Borghetto, a testimonianza del fatto che i defunti della città erano spesso seppelliti proprio nell’area vicina alla chiesa (ne testimonia anche la croce posta su una colonna).

1467: negli anni centrali del XV secolo il Borghetto (vale a dire le case dei canonici) venne trasformato in fortezza nel corso delle guerre fra Guelfi e Ghibellini (che portarono a continui cambiamenti di governo). Già prima, nel 1415, la chiesa di S. Lorenzo dovette essere riconsacrata a causa degli omicidi politici avvenuti negli anni precedenti.

1473: si inizia la costruzione della cappella della Madonna delle Grazie, in seguito alle importanti epidemie di peste che si successero nel Quattrocento. La stessa cappella venne rinnovata e migliorata diverse volte, fino alla ricostruzione finale del 1771-1774. Nei decenni successivi, poi, e soprattutto dopo l’inizio delle visite pastorali, si conoscono anche i titolari delle cappelle laterali. V’è da notare che diverse famiglie si fecero benefattrici per adornare questi spazi, e gli altari stessi, creando anche benefici cappellanici da cui far celebrare delle messe in suffragio delle famiglie stesse. Nel corso del 1700 anche i mercanti e i calzolari cittadini chiesero e ottennero lo jus patronale su queste cappelle, facendovi funzioni in memoria e a pro dei membri di queste gruppi.

1476: per la prima volta si fa accenno alla presenza di un organista. La collegiata doveva aver uno strumento poi sostituito da quello del 1553, poi da quello attuale, di inizio Novecento, firmato dai Mascioni. Il frontale dello strumento cinquecentesco venne poi murato accanto all’altar maggiore. Prossimamente esso sarà il pezzo più importante del futuro museo della cattedrale.

1517-1591: la facciata è poco alla volta ornata di marmo, con statue e un rosone. I lavori dovettero essere ripresi soprattutto alla fine del Cinquecento, e completati entro la visita del 1591.

1544: in San Lorenzo nasce la confraternita del SS. Sacramento, che malgrado una scissione nella seconda metà del Cinquecento, condecorerà per secoli le celebrazioni eucaristiche nella collegiata-cattedrale. Nel 1626 risultava costruito anche l’oratorio dei confratelli. Per secoli la confraternita ritenne di contribuire all’acquisto di pregevoli arredi liturgici (baldacchini, stendardi, ecc…). Il Corpus Domini divenne la celebrazione più solenne dell’anno, raddoppiata da una processione più breve nell’Ottava. Altre processioni uscivano dalla chiesa principale: quelle per S. Sebastiano e S. Rocco e quella di S. Lorenzo (a cui dovevano partecipare tutti i mestieri del Borgo con i costumi caratteristici.

1578: la prima visita pastorale post-tridentina, quella del visitatore apostolico Bonomi, ricorda la necessità di spostare l’altare maggiore dal fondo del coro mettendovi anche un tabernacolo con due angeli dorati. Questi ordini vennero eseguiti velocemente, e nel 1591 il vescovo Ninguarda notò che la chiesa e l’altare erano finalmente a norma del Tridentino.

1640: viene sostituita la guglia del campanile, disegnata dall’architetto Costante Tencalla di Bissone. La chiesa aveva già, dal 1580, quattro campane (tre erano obbligatorie per una collegiata). La più antica è del 1588, e la maggiore nel 1600 conteneva un pezzo della campana di S. Teodulo a Sion, una reliquia ritenuta molto efficace per scacciare i temporali e le grandinate. Attualmente ve ne sono 9, diverse delle quali fatte fondere nel 1910 da mons. Peri Morosini. Forse ancora nel XVI secolo sul campanile venne costruito un orologio ad uso della popolazione.

1685-98: si sostituisce l’altare maggior in legno con un altare in marmo. Il primo disegno venne trasformato per ovviare all’angustia dello spazio. Già nel 1685 si chiese alle parrocchie della Pieve di contribuire all’acquisto dell’altare, ma queste località opposero un netto rifiuto. Per evitare altre spese si decise di liquidare una volta per tutte le pretese della chiesa di S. Lorenzo rispetto al resto della Pieve, che contribuì per un’ultima volta con 1500 scudi all’altare. La consacrazione avvenne nel 1698, in occasione del Corpus Domini. Le statue che adornano l’altare vennero poi fatte eseguire nel 1708.

1764: altro tocco fu poi la decorazione del coro in trompe-l’oeil da parte dei fratelli Giuseppe e Giovan Antonio Torricelli. Da questo momento la chiesa per un buon 150 anni venne lasciata quasi immutata.

1810: per i giovanissimi della città si inaugurò la compagnia di S. Luigi.

1822: un’ultima opera restava da compiere, il sagrato. Chiusi i sepolcri, venne disegnata dall’architetto Giocondo Albertolli di Torricella la balaustrata e due statue raffiguranti la Fede e la Carità. Quest’opera non mancò di suscitare dubbi e poco entusiasmo per le forme delle opere.

1830: si cambiarono gli stalli dei canonici. Quelli antichi erano già stati lodati da diversi visitatori, ma alla fine furono comunque sostituiti. Si conservano diversi antifonari e grandi libri corali per il canto dell’ufficio, uno dei doveri principali dei canonici, soprattutto per le grandi feste. Per inciso i canonici, oltre ad avere parte ai frutti della “massa capitolare”, i beni del capitolo, erano spesso chiamati a celebrare messe di legato e richieste da privati e confraternite. Sovente erano invitati in città dai responsabili delle diverse chiese cittadine e della Pieve, anche per privilegio.

1888: con le convenzioni che hanno portato alla nascita della Amministrazione apostolica ticinese (dal 1971 Diocesi di Lugano), la collegiata di S. Lorenzo venne insignita del titolo di cattedrale. Già in precedenza i luganesi, ma anche i vescovi di Como la consideravano come una sorta di “semi-cattedrale”.

1905-10: il vescovo Alfredo Peri Morosini, patrizio di Lugano, promosse una estesa ristrutturazione, su piani dell’architetto Augusto Guidini, affiancato da Otto Maraini. Nel corso di questi lavori vennero eliminati il grande pulpito (su cui si successero per secoli i predicatori quaresimali, chiamati fin da Roma dalle autorità politiche del Borgo) e anche le due cappelline con cupolini barocchi dedicate a S. Carlo e S. Abbondio. Questi lavori portarono all’aspetto attuale della chiesa di S. Lorenzo. La riapertura della cattedrale avvenne con un trasporto dell’immagine della B.V delle Grazie, “a memoria d’uomo solennissima”.

1920: su iniziativa del vescovo Bacciarini la pastorale della parrocchia di Lugano venne riformata. La quasi-parrocchia della cattedrale venne retta da don Emilio Poretti (nato nel 1888, già prevosto a Morcote e cappellano nella chiesa di S. Carlo, parroco della cattedrale 1915-1958), poi da don Corrado Cortella (nato nel 1910, già parroco a Solduno, Pollegio e Porza, poi economo della Diocesi, poi curato e arciprete a  Lugano, 1959-1969, poi solo arciprete e direttore Caritas, poi vicario generale, + 2004), don Arnoldo Giovannini (nato nel 1921, già segretario del vescovo Jelmini, membro di diverse commissioni e consigli di fondazione, cerimoniere vescovile, rettore dell’Immacolata, parroco della cattedrale 1969-2004, dal 1986 arciprete, morto nel 2013), da don Sandro Bonetti (ordinato nel 1965, è stato segretario di mons. Jelmini, professore al Papio, assistente dell’UFCT, parroco a Cadenazzo, rettore della comunità teologica a Friburgo, poi parroco a Coldrerio, Lamone e Lugano, 2004-2014, ora quiesciente a Gordevio) e da don Aldo Aliverti (2014-…).

2010: dopo una prima tappa di lavori -vennero rifatti i tetti, il campanile, la facciata, la Cappella della Madonna delle Grazie-, dal 2010 la Cattedrale è chiusa per i restauri interni, con rifacimento dell’arredo liturgico, un’approfondita pulizia dei decori, la creazione del museo diocesano, ecc…

La riapertura è avvenuta il 15 ottobre 2017 con la solenne inaugurazione e la cerimonia di dedicazione del nuovo altare.